I più fighi del Mediterraneo (potevamo essere)
Il ruolo marginale del Sud in epoca moderna ha mutilato noi italiani, rendendoci i più coglioni d’Europa e non i più fighi del Mediterraneo, come potevamo essere. #diventareterroni
La storia dell’Italia è intrisa di complessità e contraddizioni, e il ruolo marginale del Sud nella modernità ha lasciato un’impronta profonda sull’identità e sul destino del paese.
Durante il processo di unificazione dell’Italia nel XIX secolo, la convergenza tra il Nord e il Sud ha presentato sfide economiche, sociali e politiche significative che ancora oggi si riflettono nell’identità nazionale italiana.
L’unità d’Italia, completata nel 1861, ha portato ad una centralizzazione del potere a Roma e nel Nord Italia, lasciando il Sud in una posizione di svantaggio economico e politico.
Le diseguaglianze tra Nord e Sud si sono accentuate nel corso del tempo, contribuendo a una percezione di marginalità per il Sud.
Questa divisione storica ha alimentato tensioni socio-economiche e culturali, creando un contesto in cui il Sud è stato spesso trascurato o emarginato in termini di opportunità e sviluppo.
Il Sud Italia ha una ricca storia culturale che risale a millenni, con tali contributi alla scienza, all’arte e alla letteratura da posizionarla di diritto come faro culturale per l’Occidente tutto.
Come mai non è così?
Il ritorno all’identità e alle radici culturali può essere un modo per rivalutare il Sud e riscoprirne il potenziale, ma non basta.
Nel contesto internazionale in epoca moderna l’Italia è stata un attore importante sulla scena globale, ma mai in proprio, sempre come gregario.
Il Sud Italia, con la sua storia millenaria e la sua posizione geografica strategica, aveva il potenziale per essere non solo una potenza economica, ma anche un faro culturale e sociale nel cuore del Mediterraneo.
Purtroppo, la marginalizzazione economica e politica subita dal Sud ha impedito in parte la realizzazione di questo potenziale.
Invece di essere il faro del Mediterraneo, il Sud italiano è stato spesso relegato a un ruolo di fanalino di coda nell’Europa contemporanea.
Se il Sud Italia avesse goduto di investimenti adeguati e di una maggiore attenzione politica, avrebbe potuto svolgere un ruolo di leadership nel contesto mediterraneo.
Con le sue città storiche, le tradizioni millenarie e la diversità culturale, il Sud aveva tutte le carte in regola per diventare un centro di innovazione e scambio culturale.
Dal punto di vista economico, il Sud Italia aveva (e ha ancora) il potenziale per essere un importante polo attrattivo.
Le sue risorse naturali, la sua posizione strategica per il commercio e le sue competenze artigianali avrebbero potuto sostenere una crescita economica significativa.
Tuttavia, a causa di politiche nazionali spesso disomogenee e di un divario infrastrutturale accuratamente disegnato, molte aree del Sud sono rimaste in gran parte sottosviluppate.
Per invertire questa tendenza, è fondamentale che l’Italia riconosca l’importanza di investire nel Sud e promuovere un ambiente economico favorevole all’innovazione e alla crescita mantenendo il plus rappresentato dal Sud Style Of Life.
Un Sud forte e attivo nell’area mediterranea, promuoverebbe la stabilità, la cooperazione e lo sviluppo sostenibile in una regione che ha una grande importanza geopolitica e che è da millenni il limes di un un continente, l’Africa, che oggi oscilla tra nuovi orientamenti, alcuni dei quali preoccupanti, almeno per l’Occidente.
Questo ruolo potrebbe portare a un revival dell’influenza positiva e distensiva italiana nel Mediterraneo, contribuendo al benessere dell’intera regione.
La marginalità storica ha influenzato la percezione di sé degli italiani, ma è importante riconoscere le radici culturali profonde e il potenziale che il Sud ha da offrire.
L’Italia, nel contesto internazionale ha ancora la possibilità di riscoprire la sua identità complessa e multiforme, contribuendo in modo significativo al Mediterraneo e all’Europa nel XXI secolo?
Tu cosa ne pensi?
Napoli centro culturale con tanti teatri da far invidia a Parigi, Palermo con maestranze dei cantieri navali portato s Genova